Babywearing, ovvero portare i bambini in fascia: la parola all’esperta

Babywearing, ovvero portare i bambini in fascia: cosa significa?

Come ci si approccia a questo mondo?

Per saperne di più abbiamo fatto una chiacchierata con Irene, esperta nel portare.

Ciao Irene, raccontaci di te e della tua attività.

Ciao Monica, come prima cosa ti ringrazio di avermi chiesto questa intervista, ne sono veramente lieta.
Io sono Irene De Pieri, mamma di Riccardo di 2 anni.
Dopo quasi 15 anni di lavoro nell’ambito del commercio come Store manager, dopo la gravidanza e la nascita di mio figlio ho deciso che era il momento di realizzarmi in un’altro settore.
Un settore dove poter esprimere la mia parte emotiva e che mi permettesse di gestire anche il mio piccolo e cosi ho cominciato a formarmi prima come Peer Allattamento e poi babywearing, diventando Peer alto contatto.
In seguito ho continuato la mia formazione come consulente babywearing, tutt’ora sono in continua formazione e aggiornamento.
Lavoro in due centri situati in Brianza, Dimanda a Lissone e Il Centro Melograno a Vimercate come animatrice spazi gioco\lettura e consulente babywearing.
Realizziamo incontri informativi anche gratuiti e consulenze di gruppo.
Inoltre raggiungo le mamme che necessitano di consulenze singole direttamente presso il loro domicilio.
Un lavoro indipendente che mi regala tantissime emozioni e soddisfazioni e mi permette di conoscere tante mamme.
Organizzo anche diversi momenti in cui le madri possono creare legami per non sentirsi mai sole, come i cerchi delle mamme.
Bambino in fascia
Irene ed il piccolo Riccardo

Cosa significa portare i bambini in fascia?

Il babywearing non è altro che l’antica arte di portare su di sè i bambini.
Nei secoli, portare i bimbi con sè e su si sè è sempre stato l’unico modo per potersene occupare ed ha permesso alla donna (o ad altri membri della famiglia allargata) di poter svolgere le attività lavorative avendo la sicurezza di poter vegliare sempre sulla propria prole e cosa non meno importante ha protetto le generazioni di piccoli da qualsiasi pericolo garantendo il proseguo della specie.
I bimbi hanno sempre seguito le famiglie nel lavoro nei campi o nel caso dei popoli nomadi, nei loro continui spostamenti.
Come tutt’ora avviene in moltissime parti dal mondo.
In Europa, con l’avvento dell’industrializzazione, il babywearing è stato sempre più visto come una pratica solo per poveri, quindi mentre i ricchi acquistavano carrozzine sempre più elaborate e si vestivano con scomodi vestiti di stecchi che rendevano impossibile anche provare a utilizzare qualsiasi tipo di supporto.
Non rimaneva che alle classi contadine portare avanti questa modalità di accudimento dei propri piccoli,
per necessità, per abitudine o semplicemente per amore.
Portare i bambini in fascia
Irene e le “sue” mamme

Quali sono i vari tipi di supporti? 

Le grandi macro categorie di supporti  per portare i bambini in fascia  sono:
– fascia elastica
– fascia rigida
– fascia ad anelli (sing sling)
– marsupi semitrutturati (mei tai, half buckle)
– marsupi strutturati
Si differenziano per le particolarità che offrono a supporto della diade nel momento stesso in cui vengono scelti per essere messi in uso.
Per esempio, la fascia elastica è consigliata fino ai 6 o massimo 7 kg del bimbo portato, avvolge in un morbido abbraccio mamma e figlio già dai primi momenti, ma ha un tempo di utilizzo appunto breve.
Dà la possibilità di effettuare una sola legatura che essendo pero’ preannodata è veramente molto comoda per le neo mamme.
Le fasce rigide, si differenziano a loro volta per misura e composizione del tessuto; possono essere usati filati naturali o industriali che combinati regalano morbidezza e resistenza al peso, permettendo anche alle mamme di bimbi con un peso reputato alto, per esempio sopra i 10 kg, di portare i propri cuccioli senza sentirne il peso.
Con la fascia rigida è possibile fare tantissime legature che possono essere adattare di volta in volta alle esigenze della diade, si può portare cuore a cuore, sul fianco e sulla schiena.
Sui marsupi si apre ancora un’altro mondo, l’importante è che siano ergonomici e regolabili , prodotti con materiali certificati in ogni loro parte, devono adattarsi al bambino, avvolgerlo e sostenerlo.
I bimbi non devono seguire i supporti ma viceversa, i supporti devono essere scelti in modo tale da calzare come un guanto, per questo consiglio sempre che venga fatta una prova di vari modelli a disposizione sul mercato, prima di effettuare qualsiasi acquisto.

Quali supporti consigli per portare i bambini in viaggio o in escursione? 

Sicuramente per portare i bambini in fascia bisogna valutare l’età, l’altezza e il peso del bambino di cui si parla, la praticità  della persona che porta il bambino e il tipo di escursione che si intende fare.
Ci sono genitori che si trovano molto meglio ad utilizzare fasce anche per lunghe passeggiate in montagna anche con bimbi grandi come il mio o chi sceglie marsupi ergonomici.
E’ davvero tutto molto soggettivo e siamo noi a scegliere in base alle nostre esigenze.
L’ideale comunque, sulle lunghe distanze è utilizzare un supporto che scarichi su entrambe le spalle e in vita come il marsupio o la fascia, e che  qualsiasi supporto si scelga sia ergonomico e ben utilizzato.
Per citare alcuni marchi :
Fascia elastica: Boba ,Manduca ,Lennylamb
Fascia rigida: Little frog, Didymos, Sensimo, Loktu she, Yaro
Marsupi: Isara, Kavka, Everyslings, Buzzidil, Monilu, Fidella
portare i bambini in fascia in viaggio
La comodità di portare in fascia i bambini anche in viaggio

Grazie mille Irene per le tue spiegazioni sul portare i bambini in fascia.

Possiamo contattarti in qualche modo?
Questa è la mia Pagina Facebook , il mio indirizzo mail ed il numero di cellulare : 3386288317
Scrivetemi tranquillamente anche solo per informazioni, sarò contenta di esservi utile e rispondere ai vostri quesiti.
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8 pensieri su “Babywearing, ovvero portare i bambini in fascia: la parola all’esperta”

  1. Grazie per questo articolo! Tra poco arrivera’ una new entry in famiglia e dovremo capire quale sia la soluzione migliore per riuscire a organizzare gite ed escursioni in modo comodo sia per noi che portiamo sia per il piccolo!

  2. Anche io ho portato il mio secondo figlio. Con la prima mi sono approcciato al babywearing, e col secondo mi ci sono dedicata. È stato un percorso di crescita come mamma, e da amante dei viaggi non posso che consigliare il baby wearing. L’ anno scorso abbiamo fatto 15 giorni in Canada solo col marsupio!

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